“IO IN ARALDICA”
Il mio primo Stemma Araldico

Stemma Araldico di Cavaliere di Grazie Magistrale (C.G.M.) con concessione del Re d’Armi Dr. don Sebastian Gonzàles y Montenegro dell’Istituto Araldico di Buens Aires, su disposizioni del Gran Maestro O.S.M.B.A Principe Don Ruben Alberto Gavaldà, con lettera Patente de Armas in data 22 febbraio 2014.
con incarico di:
Corrispondente e Ambasciatore Orden de Caballeros de Nuestra Senora Santa Maria de Buenos AIres bajo la Proteccion del Glorioso San Martin de Tours. Data 12 dicembre 2013.
Con Regio Decreto nomina a Consul General de èsta Maison en Italia da S.A.R.S. Esteve IV° Rubenem Albertum I° Davidicae-Toulouseae-Gavaldae Domus Regalis Franco-Mero-Carolingiam Princeps / Domus Gavaldae Soberanus Comites. Data 11 dicembre 2013.

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Stemma Araldico della Famiglia Toma – custode: Fernando Antonio Toma di San Fernando o Ferdinando
Descrizione dello Stemma-Scudo D’azzurro alla fonte d’oro zampillante su una campagna di verde accompagnata in capo da una stella (8) pure d’oro;
Il predicato e il suo significato: È un bellissimo predicato. San Fernando d’Aragona è stato un pellegrino tra Puglia, Lucania e Campania. Attualmente parte delle reliquie sono custodite in un’urna nella chiesa di San Sebastiano Martire, ad Alvignano. Storicamente provata è la devozione dei re aragonesi di Napoli come quella del re Alfonso I che nel 1443 concesse ad Alvignano di tenere ogni anno una fiera in onore del santo. Sembra sia passato vicino al monte Vulture, stanco ed assetato. Si è fermato su una roccia da cui è iniziata a sgorgare acqua da bere. Tale zone è chiamata Fonte di San Fernando. Ecco perché tale predicato, ed è legato all’acqua, alla vita, alla purificazione ed alla santità.
Fernando o Ferdinando d’Aragona (anni 1030-1082) è stato Vescovo di Caiazzo (Comune in provincia di Caserta in Campania) e Santo della Chiesa Cattolica. Ferdinando d’Aragona, secondo la tradizione era di stirpe reale Aragonese, nacque intorno al 1030. Si diede alla vita spirituale solitaria e contemplativa. In Italia fu un pellegrino a Roma e al Santuario di San Michele nel Gargano. Pellegrino anche in Campania dove si fermò nei boschi nei pressi di Caiazzo. Durante la sua vita compì numerosi miracoli e dopo la sua morte numerosi gliele sono stati attribuiti. Considerato un taumaturgo fin dall’adolescenza, è ritenuto aver operato sui colli caiatini guarendo infermi, ciechi, storpi e liberando gli oppressi da spiriti maligni. La fama di santità che gli era attribuita spinse i fedeli di Caiazzo a elevarlo alla cattedra di Vescovo che era vacante sin dalla morte del vescovo Argisio nel 1070. Mentre si trovava in pellegrinaggio nel territorio di Alvignano, fu colto da una forte febbre e dopo tre giorni, morì il 27 giugno 1082. Il suo corpo fù seppellito presso la Chiesa di Santa Maria di Cubulteria (La basilica di San Ferdinando (già basilica di Santa Maria di Cubulteria) è una chiesa che si trova vicino ad Alvignano, esempio di sintesi tra stilemi longobardi e stilemi bizantini.
Miracoli secondo gli scritti, narrazioni e storia:
Uno di questi miracoli concernerebbe la scoperta del suo corpo: il suo sepolcro, infatti, rimase sconosciuto fino al 1465 quando, secondo la tradizione, durante la mietitura del grano nei pressi della Chiesa di Santa Maria di Cubulteria, alcuni contadini, dopo aver visto un barile di vino “traboccare due volte”, ne avrebbero rinvenuto il corpo.
In vita compì un miracolo per i pellegrini assetati. Una leggenda, tramandata oralmente dai pastori, racconta che il nostro Santo stesse attraversando i boschi alle pendici del Monte Vulture, quando, in preda alla stanchezza e la debolezza, si accasciò su una roccia. Manifestando il desiderio di bere a chi era intorno a lui, si rese conto che la riserva di acqua era terminata. Miracolosamente, proprio nei pressi della roccia dove giaceva, iniziò a zampillare acqua fresca e pura. Il Santo ed i pellegrini che lo accompagnavano riuscirono a soddisfare la propria sete e a proseguire rinvigoriti il cammino. Tale sorgente fu chiamata di San Fernando, per ricordare ai posteri il miracolo compiuto.
Altro evento miracoloso che la tradizione attribuisce a Ferdinando d’Aragona riguarda il tentativo, fatto il 9 agosto 1619 dal vescovo di Caiazzo, Filomarino, e dai fedeli, di trasferirne le spoglie nella cattedrale di Caiazzo: arrivati al confine, a causa di un violento temporale, la mula che trasportava l’urna funeraria si sarebbe inginocchiata rifiutandosi di proseguire. Dopo la decisione del vescovo di ritornare ad Alvignano, la mula si sarebbe rialzata e lungo la via del ritorno sarebbe rispuntato il sole. Poi, a seguito di numerose preghiere, il Filomarino trasferì nella cattedrale di Caiazzo alcune reliquie che vennero collocate nel busto d’argento della statua dedicata a san Ferdinando.
Un terzo miracolo sarebbe avvenuto nel 1656: Ferdinando avrebbe preservato le popolazioni di Alvignano (Comune in provincia di Caserta) e di Dragoni (Comune in provincia di Caserta) da un’epidemia di peste. Si racconta che i fedeli si riunirono in preghiera sulla tomba di Ferdinando tanto che tutte le notti la basilica risplendeva delle luci e che ogni sabato di quaresima si svolse una processione presso la tomba.
Ci fu anche un quarto miracolo: negli anni 60 del Novecento, il Rettore del Santuario dell’Addolorata in Alvignano voleva trasferire le reliquie al Santuario, dimora più decorosa. Caricata l’urna su un’automobile, questa non poteva essere messa in moto, il Rettore si recò allora a spingerla, ma all’improvviso si abbatté un enorme temporale e si arrese. L’urna fu depositata in una cappella privata presso la dimora abituale del Santo e lì è rimasta fino a quando il corpo del Santo non fu traslato nella Chiesa di San Sebastiano per essere riposto in una pregevole urna settecentesca dopo la recente ricognizione.
Tratto da da https://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_d%27Aragona_(vescovo)
Royal House of Ashanti Akyem Hwidiem – Order of the Golden Leopard. Area tradizionale di Ashanti Akyem Hwidiem all’interno del regno di Asante.


(La nuova bandiera dell’area tradizionale di Ashanti Akyem Hwidiem).
ANNUNCIO: Siamo lieti di annunciare che S.R.H. Nana Òkofrobòur Ababio II, Saamanhene di Ashanti Akyem Hwidiem e Aboafuohene dell’Ordine del Gatto d’Oro, ha gentilmente conferito la Gran Croce dell’Ordine a Fernando Antonio Toma d’Italia.
Questo prestigioso riconoscimento testimonia l’eccezionale contributo e la dedizione di Fernando Antonio Toma. Vi prego di unirvi a me nel congratularvi e accoglierlo nel nostro stimato ordine.
Inoltre, il suo stemma è ora registrato nel nostro Libro Araldico, come scritto dal nostro capo araldico, H. E. Thomás Palandri. Cordiali saluti, Leonardo Norberto Scherer Adontehene.

https://sites.google.com/view/orderofthegoldenleopard/heraldry-book
Cavaliere di Gran Croce (GCL) The Golden Leopard con rilascio Stemma Araldico contenuto nel “heraldry book” e pubblicato sul sito dell’Ordine: https://sites.google.com/view/orderofthegoldenleopard/heraldry-book – Furthermore, his coat of arms is now registered in our Heraldic Book, as blazoned by our Chief Heraldist, H. E. Thomás Palandri. (Lo Stemma e ora registrato nel nostro libro Araldico, come blasonato dal nostro Capo Araldista H.E. Thomàs Palandri). – The Most Hon. Fernando Antonio Toma, GCL Grand-Cross of the Royal Order of the Golden Leopard. Member since June 16, 2022.

ANNUNCIO
Siamo lieti di annunciare che S.R.H. Nana Òkofrobòur Ababio II, Saamanhene di Ashanti Akyem Hwidiem e Aboafuohene dell’Ordine del Gatto d’Oro, ha gentilmente nominato l’On. Fernando Antonio Toma, GCL, come Anemusefuo (Rappresentante) dell’Ordine in Italia.
Leonardo Norberto Scherer Adontehene
Il titolo attuale oltre che, Cavaliere di Gran Croce GCL, è di: “Anemusefuos” of the Royal Order of the Golden Leopard in Italy” (Rappresentante dell’Ordine per l’Italia Centro-Sud e Isole).
Pagina Facebook dell’Ordine https://www.facebook.com/ashantiakyemhwidiem
Pagina Facebook dell’Ordine Centro Sud Italia e Isole https://www.facebook.com/profile.php?id=61561051984648
H.R.H. Nana Òkofrobòur Ababio II – Royal Order of the Golden Leopard – Ordine Reale del Leopardo d’Oro. – Un ordine cavalleresco senza scopo di lucro fondato per riunire sostenitori e mecenati per il miglioramento del Regno di Ashanti Akyem Hwidiem, un regno subnazionale del Ghana. – SAR Nana Okofrobour Ababio II è la fons honorum e capo dell’ordine. L’ordine è di beneficenza, apolitico, interreligioso ed è ufficialmente registrato presso il Registro generale della Repubblica del Ghana. – Area tradizionale di Ashanti Akyem Hwidiem all’interno del Regno di Asante. Nella lingua Twi, parlata dal popolo del Regno Asante, l’Ordine è chiamato Sika Sibo Kuo. Uno dei ruoli principali dell’Ordine è quello di valorizzare, preservare e diffondere la ricca cultura del popolo Akan.
Gli Anemusefuochi: Agli Anemusefuo è affidata la responsabilità di agire in qualità di rappresentanti dell’Ordine, promuovendone i valori e gli obiettivi, favorendo il patrimonio culturale e contribuendo allo sviluppo sociale ed economico dell’area tradizionale di Ashanti Akyem Hwidiem all’interno del Regno di Asante.
Doveri e responsabilità:
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Rappresentanza: fungere da rappresentante del Real Ordine del Leopardo d’Oro, assicurando che gli interessi e le attività dell’Ordine siano ben rappresentati.
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Promozione: Promuovere i valori, la missione e i progetti dell’Ordine, aumentandone la visibilità e l’influenza.
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Collegamento: fungere da tramite tra l’Ordine e le comunità locali, facilitando la comunicazione e la collaborazione.
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Supporto: Sostieni e partecipa alle iniziative, agli eventi e ai programmi dell’Ordine, contribuendo al loro successo e impatto.